La Germania che immagino – un ricordo in particolare
Inizio a battere sui tasti mentre mi trovo sopra le vostre teste.
Mi sono incantata, al decollo del mio aereo, come sempre accade.
Sinceramente?
Non so che cosa aspettarmi.
La Germania e Berlino in particolare è una meta che ambivo da tempo, che voglio e ho sempre voluto vedere a tutti i costi ma in realtà non mi ha mai realmente affascinata.
Probabilmente la mia curiosità è stata scaturita dal fatto che in tutti i libri di storia Berlino c’era, e probabilmente è proprio grazie alla storia che Berlino ha un carattere proprio e qualcosa da raccontare.
Purtroppo non molto di bello ma sicuramente tanto di rilevante.
Sono curiosa di toccare con mano un pezzettino di storia anche io e di conoscere il suo popolo di cui spesso non viene detto molto.
E’ una cultura che mi ha sempre attratta quella tedesca, probabilmente perché ho avuto la fortuna di conoscerla e confrontarmici fin da bambina.
Avendo avuto una roulotte, la mia famiglia era solita prenotare, gran parte delle vacanze estive, in un campeggio di un paesino toscano nella nostra adorata costa tirrenica.
I proprietari di questo campeggio erano tedeschi e la maggior parte dei clienti pure.
La gestione dei servizi interni era palesemente influenzata dalla loro cultura, e alla mia famiglia questo piaceva.
Ho un ricordo in particolare che mi fa sorridere, grazie a loro e a quel campeggio, vivevo i miei giorni estivi, perennemente scalza. Questo mi dava un senso di libertà pazzesco e mi faceva davvero sentire bene.
Mi ricordo gli sforzi che dovevo fare per comunicare con gli altri bambini, per stare con loro e scoprire il loro modo di giocare.
Con occhi più adulti un’altra immagine balena nella mia testa, quella di una coppia che legge un libro, condivide una bevuta e alcune chiacchiere a lume di candela seduti sotto la loro veranda.
Continuo ad immaginarmi questa Berlino spaziando con la mente e raccogliendo vari dettagli ma la realtà è che tra poche ore ci conosceremo realmente.
In nostro arrivo in Germania – la prima volta
Scendiamo dall’ aeroporto e ad accogliere il nostro arrivo, un bel cielo blu notte.
E’ mentre cammino verso l’uscita – a fianco del mio fedele compagno di avventure – che realizzo essere la prima volta in Germania per entrambi.
Ci dirigiamo verso la macchina che ci porterà in alloggio prenotata grazie al sito FreeNow direttamente collegato a Google Maps (mio adorato).
Arriviamo in hotel, prenotato tramite Booking.com verso lo scoccare della mezzanotte e andiamo subito a nanna per ricaricare le energie da poter spendere il giorno dopo.
Le stanze della struttura sono molto semplici ma il punto forte, scoperto la mattina seguente, è la colazione.
Una libidine.
La struttura si chiama Novum Hotel Aldea Berin e ve la consiglio spassionatamente se cercate qualcosa di comodo, poiché situato vicinissimo a vari snodi di linee metropolitane e treni e poi perché offre davvero una vasta gamma di cibi a colazione.
Iniziamo quindi, dalla mattina seguente, con una super mega mangiata che spazia dal dolce al salato, ebbene, ogni volta, ci piace così.
Il nostro speciale brunch lo sfruttiamo per stare fuori all’esplorazione della nostra prima volta in Germania ed arrivare a mangiare il pranzo tardi, trasformandolo in cena.
Ovviamente se ci sono esperienze culinarie da provare siamo i primi ma in generale ci stacchiamo dai nostri ritmi standard sul pasteggiare e ci abbandoniamo ai nostri ritmi da viaggiatori.
Primo giorno – prime impressioni
Decidiamo di non acquistare la Berlin WelcomeCard perché abbiamo intenzione di camminare molto e di non entrare in così tanti musei per ricoprire il prezzo dell’intero biglietto (38€) ed in effetti, alla fine, abbiamo visto essere stata la scelta migliore.
Tornando al primo giorno, frutto delle prime impressioni sulla nostra prima volta in Germania, abbiamo deciso di dedicarci a tutta la parte centrale concentrandoci sui distretti del Mitte e Charlottenburg-Wilmersdorf.
Il cielo grigio adornato da nuvoloni pieni d’acqua ci ha accompagnato per tutta la giornata, graziandoci essendo clemente e regalandoci un’atmosfera davvero suggestiva e perfettamente calzante alla Berlino della mia immaginazione.
Le prime impressioni avute sono state di una città cosmopolita, stracolma di storia ma che da questa storia se ne vuole staccare nonostante sia stata in grado di commemorare gli orrori e raccontarne il decorso dedicandone musei e opere.
Ho visto una parte di Germania che mi si è presentata nuova, pulita, ordinata, lineare e dalle mille sfumature di grigio ma anche di colori tenui dell’arcobaleno, specialmente in un quartiere, quello che si sviluppa attorno a Bergannstrabe, uno dei luoghi che mi è piaciuto di più.
Solo con poche gocce di pioggia siamo arrivati a sera, devastati dal freddo, che alla fine si è fatto sentire nonostante la temperatura segnasse gradi non bassissimi (7-8 gradi) ma che in realtà la nostra percezione ce li ha sbattuti in faccia tutti quanti prepotentemente.
Maciniamo circa 15 chilometri oggi.
E’ proprio da noi, in tutti i nostri viaggi prediligiamo i nostri piedi a qualsiasi altro mezzo di trasporto, ovvio, senza esagerare ma se dobbiamo scegliere ed è fattibile noi camminiamo.
Perché?
Perché semplicemente è così che riusciamo ad immergerci nel luogo che stiamo esplorando ed è così che si vivono avventure nell’avventura.
E’ così che scopriamo posti nuovi, fuori dai nostri programmi, è così che riusciamo ad osservare la popolazione locale e le loro abitudini ed è questo il nostro modo di fare proprio il tale luogo, il tale viaggio.
Secondo giorno – la chiamano la città dei musei
Abbiamo scoperto un lato di Berlino impossibile da ignorare.
E’ piena di musei.
Non a caso infatti la chiamano ‘la città dei musei’ e adesso abbiamo capito perché.
Addirittura c’è una parte di Berlino, una vera e propria isoletta, denominata l’isola dei musei – per capirci – dove si trova il Duomo di Belino.
Sinceramente non siamo, di solito, propensi a visitare musei ma qui, era impossibile non farlo.
Specialmente in questo secondo giorno, ci siamo dedicati proprio a questo e, alla fine dei conti, i musei che abbiamo visitato sono stati:
– Museo della Topografia del terrore(mostra fotografica, dedicata al Nazismo e allo sterminio durante la Seconda Guerra Mondiale). Gratuito
– DDR Museum (un museo interattivo e diverso dai soliti che descrive la vita quotidiana dei tedeschi nella Germania dell’Est, sovietica, all’epoca del muro di Berlino). 8,50€ pax
– Museo di storia tedesca 8€ pax
– Volevamo vedere anche il Reichstag dentro, soprattutto per la cupola in vetro ma purtroppo abbiamo fatto lo sbaglio di non prenotare la visita subito e quindi poi, essendoci troppa fila, non siamo riusciti ad entrare). Gratuito
Durante il secondo giorno abbiamo anche scoperto una cosa mai fatta prima.
Fin dal nostro arrivo vedevamo in giro, parcheggiati ovunque, questi monopattini elettrici e così, incuriositi, abbiamo approfondito.
Ce ne sono di varie aziende e quella che abbiamo scelto noi è stata la LIME.
Non è una scelta propriamente economica infatti, al momento dell’iscrizione (tutta online tramite App), si paga 5€ poi al momento della prenotazione del primo monopattino scattano 2€ e poi la paga prosegue al minuto (15 centesimi/min.).
La seconda prenotazione è più snella.
Con un telefono, e quindi con una sola modalità di pagamento, è possibile aggiungere più monopattini alla volta.
E’ davvero un’esperienza divertente, anche se, come ho già detto non molto conveniente.
Noi abbiamo optato per questa soluzione giusto per curiosità e comunque per effettuare brevi tratte.
L’unica vera utilità di noleggiare questi monopattini, l’ho riscontrata per attraversare Tiergarten, poiché, soprattutto se si ha un tempo ridotto, è davvero efficace per visitare l’intero parco in modo semplice e veloce.
Terzo giorno – il Muro di Berlino e il Kebab più buono al mondo
Il muro di Berlino.
Visto e stravisto, una serie di parole sono state spese su di lui in millemila libri di storia.
Un vero e proprio pezzo di umanità, che ha segnato il mondo e sicuramente il popolo tedesco.
Emblema della città e ora d’arte, il muro di Berlino si è presentato ai nostri occhi in una mattinata gelida e ventosa di fine Febbraio.
Sono stati i colori e la carica rivoluzionaria che gridavano quei graffiti a renderli ancora più belli.
Abbiamo camminato lungo il marciapiede dell’ East Side Gallery in silenzio e vicini, un silenzio surreale che caratterizzava tutti i passanti che si trovavano lì, proprio come noi.
I colori ci hanno invaso l’anima e dall’inizio alla fine non abbiamo mai smesso di fare foto, a quella reliquia storica e preziosa.
Sicuramente uno dei luoghi preferiti della nostra prima volta in Germania e della nostra prima Berlino.
Arrivati al terzo giorno, ci siamo accorti che, cammina, cammina, avevamo già finito tutto ciò che ci eravamo prefissati, nonostante avessimo tenuto un ritmo blando e ci fossimo presi varie pause.
Leggendo e rileggendo vari articoli su Berlino, in inglese ed in italiano, non avevamo più niente di nuovo da vedere e così, incuriositi dalle oltre 10 mila recensioni su TripAdvisor, e richiamati dalla Turchia, patria del mio amato mezzosangue, ci siamo imbattuti in un’avventura culinaria epica.
Abbiamo atteso in fila oltre un’ora per mangiare quello che, a detta di molti, sembra sia essere il Kebab più buono al mondo, e così abbiamo deciso di andare da Mustafa.
Abbiamo atteso circa un’ora che a leggere dalle recensioni sembra non essere molto, ci siamo scolati, in perfetto stile tedesco, una birra alla menta e limone, davvero buonissima e ci siamo fatti tante risate insieme.
Arrivati al banco, in due secondi, ci hanno servito il nostro tanto atteso Kebab e ragazzi, da una che odia fare file per mangiare, devo dire la sincera verità, ebbene, ne è valsa la pena.
Il panino da me preso era delizioso, con un retrogusto di menta e limone davvero insoliti.
Il pane era fatto da loro così come la carne e gli altri ingredienti erano freschi e amalgamati davvero bene.
Insomma, una libidine.
Ovviamente ci tengo a precisare che se non avessimo avuto del tempo in esubero, non lo avremmo mai fatto, ma dato che avevamo visto tutto quello che ci interessava, beh ci siamo gustati questa prelibatezza.
Felici e contenti
Felici e contenti, con il nostro panino tra le mani, ci dirigiamo verso la metropolitana.
Prendiamo il primo treno in direzione alloggio.
Ebbene, prendiamo i nostri zainetti smart, pieni zeppi ma piccolini, non servono troppi vestiti per vivere un weekend europeo.
E’ necessario riempire il bagaglio, soprattutto al ritorno, con una sostanziosa dose di sorrisi e una memoria telefonica bella zeppa e piena di immagini che resteranno per sempre.
E’ stata bella bella Berlino, non per una cosa in particolare ma per l’avventura che si è rivelata.
E’ stato bello viverla con il mio fedele compagno, è stata bella perchè ricca di risate ma anche di preziosi silenzi, contemplatori di una crudele storia.
E’ stata bella per il cibo, multietnico che ci ha immerso nella grande apertura mentale di questo popolo straordinario.
E’ stata un’avventura alla riscoperta dell’arte, non quella famosa esposta ai musei, bensì a quella locale, arte di fare artigianato e di creare da cose semplici grandi idee e grandi prodotti.
La prima volta in Germania per noi è stata un tripudio di emozioni, talvolta contrastanti che hanno dato vita a qualcosa di indimenticabile.
A presto avventurieri, che possiate apprezzare le piccole cose, così come mi sto imponendo di fare io, ed essere grati per le avventure vissute, consapevoli del fatto che è il presente ciò che davvero è necessario apprezzare e ricolmare di esperienze e vita, del passato possiamo solo imparare e prendere spunto, e del futuro?
Quello non lo consideriamo, non ci pensiamo troppo, non ne sarà necessario, non ne avremo bisogno se riusciamo a vivere a pieno il presente.
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