Providenciales – Turks and Caicos
Aeroporto Parigi direzione New York – Providenciales
Lunedì 18 Novembre 2019, ore 13:25
Scrivo seduta sulla punta del mio bagaglio a mano, in fila, pronta per l’imbarco sul volo che ci porterà a New York e sarà proprio da qui che arriveremo alla nostra tappa finale, Providenciales.
Ci hanno appena segnalato un ritardo per problemi tecnici comunicando che la partenza verrà decisa solo e soltanto dal capitano.
Il volo precedente tutto bene, a parte il disagio con la mia lente a contatto che ha deciso di ribellarsi uscendo dal mio occhio, accidenti che noia. Ma è sempre così incredibile volare.
Lassù, tra le nuvole mi sento bene e piena di vita.
Che bello ragazzi.
Adesso torno alla mia attesa e dai miei compagni di viaggio.
Vi darò mie notizie più tardi
Ore 14:15
Il tempo è diventato una dimensione insistente e parallela.
Mi accade sempre in viaggio di provare questa sensazione.
Le ore mi scorrono come fiumi in piena.
Ma oggi no, volerò letteralmente nel passato ed il mio pomeriggio si raddoppierà così potrò viverlo ben due volte.
Ebbene ragazzi, questo vuol dire solo una cosa, siamo riusciti a prendere il volo per NYC.
Ancora non ci credo che tra poche ore saremo nella parte sinistra del mondo, quella che per me fino ad oggi, è rimasta inesplorata.
Abbiamo ritardato di circa un’oretta ma probabilmente recupereremo in volo.
Dai nostri felici posti (46K e L), per chi mi conosce riesce bene ad interpretare questa mia felicità, vi saluto.
La prossima volta che scriverò, sarà dalla Grande Mela.
New York – Providenciales
Martedì 19 Novembre 2019, ore 6:28
Scrivo distesa dal letto della camera a Brooklyn.
Non ci credo ancora che fuori da qui, a darmi il buongiorno, ci sarà New York, NEW YORK.
Ancora per me è incredibile.
Ieri sera, dopo il volo, stanca e dolorante causa mal di testa, abbiamo sbrigato le commissioni più urgenti, cambio soldi (abbiamo ritirato direttamente dalla nostra carta, i dollari), deposito bagagli e poi cena in un locale fuori dal tempo, in cui mi sembrava di essere all’interno di una scena di quei film dove ci sono tutte quelle persone di colore attorno ai tavoli che parlano, parlano davanti a cocktail color arcobaleno, in questo luogo avvolto da legno e sedili in pelle e che si affaccia sul marciapiede attraverso le sue vetrate.
Spettacolare!
Per cena ho scelto una bowl di gamberetti buonissima.
Tornando ad oggi, dopo una super dormita rigenerante, siamo di nuovo in partenza. Direzione Providenciales, un’isola di Turks and Caicos.
Si vola ai Caraibi!!!
Anche questo, un grande sogno.
Adesso però ci mettiamo in rotta, e fino al nostro arrivo, silenzio scaramantico.
Primo approccio con l’isola di Providenciales
Mercoledì 20 Novembre 2019, ore 13:00
Sto scrivendo da Providenciales, da una spiaggia bianchissima, Long Bay Beach, adagiata sopra il mio telo a righe bianche e blu, in perfetto stile caraibico.
La spiaggia è pressoché deserta, popolata da pochi locali e da solo una famiglia di turisti, americani.
Attorno a me solo conchiglie, giganti e bianche, quelle a chiocciola dette conch.
Perfetto stereotipo.
Abbiamo trascorso la mattinata a camminare nell’acqua, direzione relitto, che si trova a largo, davanti a noi, cercando di sfruttare la bassa marea ma comunque irraggiungibile.
Mi sembra di sognare.
Mi sembra di scorgere una musica lieve dal sapore caraibico, apro gli occhi e mi incanto sul mare.
Che altro dire, non ho davvero parole, non più per descrivere tutto questo.
Una sensazione mai provata, un luogo mai vissuto.
Alla scoperta dei pirati a Providenciales
Giovedì 21 Novembre 2019
Dopo 30 minuti di macchina off road siamo arrivati alla nostra prima tappa del nostro road trip a Providenciales, Pirate Cove, che si trova dietro un po’ di vegetazione, come a nascondersi e provare a rimanere incontaminata dal sempre più avvincente turismo, ancora non del tutto impossessatosi, per fortuna, dell’isola.
Completamente deserta si presenta a noi immersa nel suo meraviglioso silenzio.
Pura, cristallina, pacata…incredibile.
Abbiamo proseguito camminando lungo le baie bianche che la caratterizzano, calpestando la sabbia morbidissima.
A discapito di questa pace, alle spalle di questo paradiso c’è un paesaggio impervio.
Abbiamo scalato un piccolo promontorio, ricco di vegetazione, percorrendo un piccolo trail e raggiungendo la cava dei pirati, una grotta vicino al mare con accesso solo tramite una scala di legno che dalle alture della roccia porta dentro la gola fino ad arrivare alla sabbia e alle acque, oppure via mare, sempre che quest’ultimo sia clemente con le maree.
Dopo aver speso lì un po’ di tempo, soprattutto per cercare l’incisione pirata risalente al 1846, abbiamo raggruppato le nostre cose e, sfruttando la bassa marea, ci siamo diretti verso la spiaggia da dove siamo partiti.
Io non trovo le parole per descrivere oggettivamente tutto questo, guardavo il mare, seduta sul mio telo a strisce e non riuscivo a pensare. Isolata dal mondo, isolata da me, ho provato una sensazione nuova, mai vissuta prima, come se tutto quel paradiso mi avesse rubato la voce dei pensieri e si fosse impossessato di tutta la mia attenzione, interiore ed esteriore.
Davvero mai successa una cosa del genere.
Abbiamo concluso la giornata, inebetiti dalle sensazioni provate, a Taylor Bay, una baia sempre nell’isola di Providenciales ma fuori dalle rotte, anche perché i proprietari delle mega ville di questo posto hanno accesso privato al mare e con un escamotage non molto regolare, creano con dei cumuli di sabbia, ostacoli lungo la strada di accesso a mo’ di montagnette con lo scopo di scoraggiare i visitatori a proseguire ed in effetti, ci riescono bene.
Non so ancora se criticare o meno questi tentativi di bloccaggio, se così vogliamo chiamarli, perché lo trovo un modo per contrastare l’inevitabile ed invadente turismo, principalmente portato dai resorts.
Abbiamo notato, con la nostra permanenza, come questa sia un’isola in crescente costruzione, ci sono orrori architettonici che poi verranno abbelliti e venduti come resorts che stanno emergendo, favorendo un turismo di massa e allontanando i locali e la natura pura e selvaggia che contraddistingue questo paradiso caraibico che ancora, con tutta la sua forza, riesce un po’ a resistere.
E’ per questo motivo che con orgoglio posso dire di ritenermi fortunata ad aver visitato questa bellezza ancora in tempo, riuscendo ad abbattere i costi seguendo la filosofia che ricerco in ogni mia avventura, sempre, anche quando, come in questo caso, mi trovo ai Caraibi, per la precisione a Providenciales, meta che tutti avrebbero pensato per borselli grandi.
Solo cercando soluzioni low cost sono sempre riuscita a godermi il luogo nella sua anima, a partire dal popolo, i luoghi, il cibo e le esperienze.
Secondo la mia esperienza sul campo consiglio a te, che stai leggendo queste righe, di prendere in considerazione quanto prima questa meta.
Per qualsiasi altra domanda, dubbio, curiosità, sono qui a disposizione per aiutarti al 100% con tutto ciò di cui avrai bisogno, dal volo, all’ alloggio, alle escursioni.
Ritornando all’avventura, ‘grazie’ a questi ostacoli di sabbia e alla nostra tenacia, nonostante la giusta fatica, abbiamo proseguito a piedi, in silenzio e nel rispetto della natura.
Ciò che è apparso ai nostri occhi dopo qualche passo, probabilmente, non riuscirò mai e poi mai a descriverlo a parole.
La vegetazione verdissima lasciava spazio ad una sabbia bianca e pastosa ma soprattutto deserta dove gli unici a popolarla eravamo noi.
Ho lanciato il mio caro telo a strisce, lo zainetto e, come richiamata da una forza potente ed innata, mi sono fiondata a toccare l’acqua.
Immersa una parte di gambe, non riuscivo a distinguere la parte dentro da quella fuori tanto questa era trasparente.
Non poteva davvero essere così.
Uno spettacolo, una distesa di bianco, acqua e meraviglia.
Era questa la spiaggia sogno che vedevo nelle riviste e pensavo che ogni diapositiva fosse stata ritoccata.
Lì non era ritoccato proprio niente e il sogno lo stavo vivendo davvero, sulla mia pelle e con la mia anima.
Non riesco ad esprimere la gioia e la sensazione di gratitudine che in quel momento faceva brillare il mio cuore ed i miei occhi.
Ancora stento a crederci.
Dopo questo attimo di stregoneria, sono riesumata e ho ripreso contatto con la realtà, mi sono immersa ed ho fatto un piccolo snorkeling, una miriade di pesciolini, ho toccato con mano la vita sott’ acqua e dopo un tempo indefinito sono uscita e mi sono adagiata sulla sabbia facendomi carezzare dalla brezza di fine pomeriggio e dal tiepido sole.
Ho fatto una bella corsa sul bagnasciuga e, ciliegina sulla torta, abbiamo aspettato il tramonto.
Ho concluso una delle giornate più belle della mia vita appollaiata su di uno scoglio, affacciato sul Mar dei Caraibi, in compagnia di tre persone speciali, alle quali voglio un bene raro, e proprio lì, ho vissuto un momento indimenticabile e perfetto.
La barriera corallina a Providenciales
Venerdì 22 Novembre 2019
Ci svegliamo di buon’ora e spalanchiamo la tenda del finestrone della nostra casina a Providenciales che si affaccia sul mare e che ci saluta all’ orizzonte e si presenta nella sua elegante sfumatura di due azzurri, quello chiarissimo di qua dalla barriera corallina e, distinguibile e pittorico, quello più scuro al largo, oltre il reef.
Purtroppo, se questa si vuole chiamare sfortuna, ci accorgiamo che, anche oggi, da questo lato di costa, il vento pettina con una certa foga la superficie.
Una volta fatto colazione e preparati però partiamo lo stesso alla scoperta di questo lato di isola famoso appunto per la sua vicinanza ai coralli.
Arriviamo alla prima spiaggia secondo il programma di oggi, Malcom’s beach, dopo un off road impegnativo con la macchina.
La troviamo completamente deserta e capiamo il perché una volta valicato il pontile.
Il vento è così forte da non riuscire nemmeno a parlare e le onde del mare si infrangono violentemente sulla riva.
Nonostante un po’ di dispiacere decidiamo di fare comunque due passi nella spiaggia perché lo spettacolo di quel momento è grandioso ed affascinante.
Sono rimasta particolarmente colpita dall’ azzurro del cielo, tappezzato da ciuffi di nuvole, sparse qua e là, in contrasto forte con il mare, la spiaggia bianchissima e le palme.
Respiro profondamente e chiudo gli occhi continuando a calcare le mie orme sulla sabbia.
Un po’ amareggiati dal non aver immerso i nostri corpi in quell’ acqua divina ma comunque emozionati dalla bellezza di ciò che abbiamo visto con i nostri stessi occhi, riprendiamo la nostra macchinina, grande quanto un ‘soldo di cacio’ e ci dirigiamo verso la nostra seconda tappa, Smiths reef, anche questo, luogo consigliato per lo snorkeling a Providenciales poiché le rive sono popolate da distaccamenti di coralli della barriera corallina madre.
La parte maschile della nostra truppa di viaggio, nonostante il vento, si butta, e con maschere e boccaglio va in esplorazione, noi, parte femminile, preferiamo evitare visto il vento davvero molto forte e la presenza di alcuni piccoli squali vicinissimi alla riva.
Veniamo via dalla spiaggia dopo appena un’ora perché il vento si sta facendo davvero troppo forte, e ci dirigiamo verso quella che ormai definiamo la nostra spiaggia preferita, dalla parte opposta dell’isola, quella riparata dal vento, entusiasti e golosi di poterla ancora una volta assaggiare, torniamo verso Taylor Beach, la spiaggia/sogno di ieri.
La spiaggia più famosa di Providenciales
Sabato 23 Novembre 2019, ultimo giorno
Partiamo di buon mattino dal nostro appartamento, direzione Grace Bay Beach, la spiaggia più famosa di tutta l’isola di Providenciales e quella che nel 2018 ha vinto il premio come più bella spiaggia al mondo secondo le classifiche di TripAdvisor.
Ci dirigiamo là perché una barca ci sta attendendo.
Dopo una settimana, ridendo come matti, ci accorgiamo di aver settato il nostro orologio erroneamente e scopriamo di essere arrivati in ultra anticipo.
Quando dico di essere stata un’avventura fuori da ogni canone di tempo, non scherzavo.
Aspettiamo il giusto orario bighellonando in macchina e poi saliamo in barca con pinne, boccaglio, maschere e giubbotti salvagente datoci in dotazione dal personale che ci accompagnerà in questa escursione.
Ad accoglierci ci sono due ragazzi caraibici, con la pelle colorata dal sole e i capelli lunghi, raccolti in delle piccole trecce.
Gino e Tino, capitano e vice, mettono in moto i motori della barca e dopo solo alcuni secondi, musica a tutta palla e iniziano a cantare e a ballare sotto le note di Bob Marley coinvolgendoci alla grande e stimolandoci ad andare a ritmo delle note ma anche delle onde, con il vento tra i capelli.
E così ci sciogliamo, noi e gli altri pochi viaggiatori a bordo, balliamo e cantiamo insieme, facciamo due chiacchiere con una signora di Manhattan, una broker.
Nel frattempo ci scoliamo litri di rum punch e birra a non finire.
Mi assento un attimo da questo party, nato spontaneamente grazie al coinvolgimento dei due nostri amici locali dal sangue caraibico e mi dirigo nella parte alta dell’imbarcazione.
Pongo la mia attenzione verso il mare, in questa comunicazione così intima e nuova per me che sto instaurando con lui in questo viaggio, mi fermo lì, con lo sguardo e con il cuore.
Vorrei bloccare il tempo, in quell’ immagine eterna di Caraibi, così reali, così puri e rigeneranti.
Vorrei fermare il vento tra i miei capelli, il sole sulla mia pelle la voglia che il mio corpo ha di muoversi a ritmo di quella musica cadenziata dalle casse e dai tamburi che prendono vita sotto le mani dei nostri due amici.
Vorrei fermarmi lì, con la maschera indosso, l’acqua di mare che pizzica la mia pelle, i coralli che mi scorrono sotto gli occhi e la pancia piena di conch salad.
E’ stata una delle esperienze più belle in assoluto della mia vita perché è stato come fossi saltata dentro un mio pensiero relativo ai Caraibi e tutte le aspettative, sono state oltrepassate, confermate in principio da una realtà incredibile e unica, indescrivibile.
La prima meta della nostra barca è stata la barriera corallina che abbiamo potuto ammirare grazie ad un tuffo e poi un’isola, piccolissima e bianchissima, Half Moon Bay, non lontanissima da Providenciales, con le sue iguana e i suoi due mari, il Mar dei Caraibi che lambisce una riva e l’Oceano Atlantico quella opposta.
Dopo alcune ore passate in questo pezzo raro di mondo, saliamo di nuovo nella nostra piccola barca e, gustandoci una Conch Salad (piatto tipico di Providenciales e in generale di tutte le isole dei Caraibi), preparata con i conch pescati sul momento da Gino, abbiamo salpato sulla via del ritorno.
Quasi all’ arrivo e vicinissimi alla riva di Grace Bay, comodamente sdraiati nel tettuccio della nostra imbarcazione, abbiamo avvistato due delfini.
Due splendidi esemplari che, sbucando da quelle acque azzurre fosforescenti, si sono messi a giocare con la prua della nostra barca regalandoci un momento davvero esaltante ed emozionante.
Arriviamo a destinazione e scendiamo, ringraziando ed abbracciando Tino e Gino che hanno trasformato questa escursione in un’esperienza indimenticabile e unica.
Ultima tappa di oggi a Providenciales: Coral Garden Beach.
Indossate le maschere e i boccagli, ci siamo immersi in questo eden marittimo.
E’ stato mozzafiato mettere la testa sott’ acqua e vedere miriadi di pesci gialli e argento roteare intorno a noi, ma la cosa davvero superlativa è stata aver nuotato insieme alle tartarughe.
Tre eleganti signore tartarughe, due più grandi ed una più piccola, se ne andavano spensierate nuotando sotto di noi.
Pieni, stracolmi di tutte queste sensazioni, decidiamo di spostarci e goderci le nostre ultime ore qui, in solitaria, per dare un degno arrivederci al mare e riempirci fino all’ ultimo raggio di sole.
Torniamo a Grace Bay, finalmente, la spiaggia più conosciuta di tutta Providenciales, non potevamo andarcene senza averla vissuta degnamente.
Un istante speciale mi ha accolta quando, uscendo dall’ acqua, dopo il mio ultimo bagno, mi sono stesa sul telo a pancia in giù e ed ho aperto il mio libro.
La lettura ha creato la perfetta ‘colonna sonora’ a quel momento magico sospeso in questo luogo che mi ha smosso tante emozioni e mi ha fatto davvero sognare ad occhi aperti.
E’ così che ho passato le mie ultime ore, gustandomi a piccoli sorsi quell’ elisir che in una settimana mi ha scombussolato l’anima, a colpi di sole, vento, mare, silenzi, parole, risate, spiagge e tanto bianco.
Adesso che mi trovo sopra le nuvole, respiro ancora una volta così profondamente da farmi male alle narici, come a voler incidere nel profondo tutto questo, e volto pagina.
Tra pochi minuti questo aereo atterrerà e partirà tutto un altro giro.
Anche questa avventura è andata ragazzi ed io, ogni santa volta, ogni benedettissima volta, ad ogni mio ritorno sento martellarmi in testa e alle pareti del mio cuore questo bisogno così potente e necessario, vestito di un’esigenza imprescindibile.
Ogni ritorno porta sempre più sete, desiderio di mondo, di volare alto in questo nostro cielo e di essere catapultata sempre più lontano, vogliosa e curiosa di vivere nuove avventure, avvincenti viaggi ed esperienze uniche a contatto con popoli diversi, lingue diverse e cibi nuovi.
Sempre più.
Ogni volta più forte.
Grazie ancora una volta per avermi letta e per essere arrivati con me, fino a qui.
Ci sentiamo,
alla prossima avventura.
Promessa più bella che posso farmi e se sarete ancora qui, regalo più bello che possiate fare voi a me.
Ultima cosa, per vivere alcune delle mie avventure in questo splendido atollo nel mezzo del Mar dei Caraibi potete sceglierle e prenotarle autonomamente QUI.